Le fibre sintetiche si producono grazie a processi chimici. A livello industriale servono gli strumenti adeguati.
Il fatturato del comparto tessile e meccanotessile in Italia supera i 20 miliardi di euro (Fonte: Euler Hermes). Questi settori rappresentano un fiore all’occhiello della manifattura italiana e un’eccellenza a livello mondiale.
La
produzione e lavorazione di fibre tessili ha una tradizione antica nel nostro paese. Si è sviluppato soprattutto al nord, nell'Altomilanese, nel biellese, nel bergamasco e nell'Alto vicentino. Le aziende, principalmente piccole e medie, investono in tecnologia e mantengono al loro interno tutti gli anelli della catena produttiva. Sono 300 le aziende attive in questo settore in Italia, per una forza lavoro di circa 12.000 unità (Fonte ACIMIT).
Come si classificano le fibre tessili
Le
fibre tessili artificiali e sintetiche rappresentano il 60% delle fibre utilizzate a livello mondiale.
Una
fibra si dice
artificiale quando la materia di partenza è una sostanza naturale che viene trattata con delle sostanze chimiche. Si ottengono da materie prime rinnovabili e assimilabili a fibre naturali. Sono
fibre artificiali il Raion, il Leacril e gli Acetati.
Una
fibra si dice
sintetica quando la materia di partenza non è naturale ma è una sostanza ricavata artificialmente dall'uomo. Traggono origine da polimeri diversi (composti organici le cui molecole sono costituite da numerose unità strutturali simili concatenate), ottenuti tramite sintesi chimiche.
Il processo chimico che permette di ottenere dei polimeri è detto di polimerizzazione e può avvenire in due modi: polimerizzazione per addizione e policondensazione.
Sono
fibre sintetiche le fibre poliammidiche e acriliche, i poliesteri e le fibre di carbonio. Il restante 40% delle
fibre tessili usate nel mondo sono
naturali di origine vegetale, come cotone, lino, canapa e iuta.
Ogni fibra è caratterizzata da diverse proprietà che la rendono ottimale per uno specifico uso ma scarsamente funzionale per altri differenti impieghi:
- morfologiche: geometria, lucentezza, mano;
- chimiche: stabilità del materiale in presenza di agenti chimici, resistenza a fotoreazioni;
- meccaniche: comportamento al calore, comportamento elettrico e meccanico;
- fisiologiche: allergenicità, senso di caldo e di fresco, resistenza ai batteri e alle muffe.
Le pompe centrifughe per la produzione di fibre tessili
Gli impianti produttivi della lavorazione delle fibre tessili sono di grandi dimensioni, lavorano a ciclo continuo H24 e prevedono l’utilizzo di tradizionali
tecnologie di polimerizzazione per la trasformazione del polimero in fibra (in forma di fiocco o di filo continuo).
Per questo tipo di applicazione sono 3 le pompe centrifughe più adatte tra quelle prodotte da CDR Pompe:
- La UTS è una pompa centrifuga monostadio ad alta efficienza a trascinamento magnetico. Sono studiate per applicazioni in continuo H24. Nella produzione di fibre tessili sintetiche sono particolarmente adatte all’utilizzo dei processi di termoregolazione.
- La ETS è una pompa centrifuga a trascinamento magnetico adatta per tutte le applicazioni low-duty che, per motivi di compatibilità chimica, richiedono l’uso di pompe in acciaio.
- La XTS è una pompa centrifuga in metallo a trascinamento magnetico destinata al pompaggio di liquidi con solidi in sospensione, in grado di garantire prestazioni, sicurezza e affidabilità nei processi chimici di base.
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